venerdì 14 gennaio 2011


Et jamais je n’invente
testi di Charlotte Delbo

con Cristina Nadrah, Rosanna Sfragara, Francesca Zoppei

una creazione di
Elisabetta Ruffini, Rosanna Sfragara, Nicoletta Zabini

complicità artistica  Jutta Wernicke-Sazunkewitsch
collaborazione per la lingua dei segni Fiorella Rubele
luci  Alberto Costantini e Daniele Adami

produzione Armilla con Murmureteatro e
Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea

“Mi servo della letteratura come di un’arma, perché la minaccia mi appare troppo grande”
                                                                                      Charlotte Delbo
In scena tre attrici, tre corpi prestati a una parola che sa di non poter essere compresa ma pretende di essere conosciuta.
Uno spazio sospeso tra i tempi: non il luogo dei campi, o di una biografia. Ma il luogo di un incontro, attraversato da parole dette, ascoltate e prese in carico, in cui l’esperienza vissuta si fa racconto condiviso.
Pochi oggetti. Presenze-assenze per dire che la memoria è lì, radice delle cose, intrisa nelle cose, anche se noi non lo sappiamo. Taglienti quando dicono un ritorno che è stato ma non è mai avvenuto. Controcanto della materia viva e pulsante del presente.

Charlotte Delbo (1913-1985) è una scrittrice francese ancora quasi sconosciuta in Italia.
Impegnata nella Resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale, è deportata ad Auschwitz nel 1943. Sopravvissuta, si assume la responsabilità e la sfida di rendere conto del vissuto doloroso, attraverso la letteratura. “Tutto questo diventa una storia”, una storia da scrivere e da tramandare.
Le parole diventano luoghi in cui passato e presente si incontrano, per creare una coscienza che rinnovi lo sguardo su entrambi. E diventano materia viva che interpella e affida la responsabilità di una risposta.

Il collettivo IΩ` TEATRO ha iniziato un percorso di ricerca attraverso l'opera di Delbo, tra le forme dell’arte e della memoria. Et jamais je n’invente è il primo studio.

IΩ` TEATRO è un collettivo nato tra l’Italia e la Francia nel gennaio 2010. La sua vocazione è una ricerca artistica errante, che si apre alla sperimentazione, spinge alla ricerca di nuovi codici di espressione e nutre il desiderio di incontrare culture e linguaggi diversi.
Il suo impegno è quello per un’arte che, con la consapevolezza del passato, interroga il presente senza sosta, per tenere le coscienze allertate e allenate nella loro capacità di immaginare il futuro.


Video di nat wilms http://vimeo.com/13162074
Video di Jutta Wernicke Sazunkewitsch  http://www.youtube.com/watch?v=2zh2h6s2hu0