Et jamais je n’invente
testi di Charlotte Delbo
con Cristina Nadrah, Rosanna Sfragara, Francesca Zoppei
una creazione di
Elisabetta Ruffini, Rosanna Sfragara, Nicoletta Zabini
complicità artistica Jutta Wernicke-Sazunkewitsch
collaborazione per la lingua dei segni Fiorella Rubele
luci Alberto Costantini e Daniele Adami
produzione Armilla con
Murmureteatro e
Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea
“Mi servo della letteratura come di un’arma, perché la minaccia mi appare troppo grande”
Charlotte Delbo
In scena tre attrici, tre corpi prestati a una parola che sa di non poter essere compresa ma pretende di essere conosciuta.
Uno spazio sospeso tra i tempi: non il luogo dei campi, o di una biografia. Ma il luogo di un incontro, attraversato da parole dette, ascoltate e prese in carico, in cui l’esperienza vissuta si fa racconto condiviso.
Pochi oggetti. Presenze-assenze per dire che la memoria è lì, radice delle cose, intrisa nelle cose, anche se noi non lo sappiamo. Taglienti quando dicono un ritorno che è stato ma non è mai avvenuto. Controcanto della materia viva e pulsante del presente.
Charlotte Delbo (1913-1985) è una scrittrice francese ancora quasi sconosciuta in Italia.
Impegnata nella Resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale, è deportata ad Auschwitz nel 1943. Sopravvissuta, si assume la responsabilità e la sfida di rendere conto del vissuto doloroso, attraverso la letteratura. “Tutto questo diventa una storia”, una storia da scrivere e da tramandare.
Le parole diventano luoghi in cui passato e presente si incontrano, per creare una coscienza che rinnovi lo sguardo su entrambi. E diventano materia viva che interpella e affida la responsabilità di una risposta.
Il collettivo
IΩ` TEATRO ha iniziato un percorso di ricerca attraverso l'opera di Delbo, tra le forme dell’arte e della memoria.
Et jamais je n’invente è il primo studio.
IΩ` TEATRO è un collettivo nato tra l’Italia e la Francia nel gennaio 2010. La sua vocazione è una ricerca artistica errante, che si apre alla sperimentazione, spinge alla ricerca di nuovi codici di espressione e nutre il desiderio di incontrare culture e linguaggi diversi.
Il suo impegno è quello per un’arte che, con la consapevolezza del passato, interroga il presente senza sosta, per tenere le coscienze allertate e allenate nella loro capacità di immaginare il futuro.